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Antagonisti mancati - inedito

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Gli orrendi anni '70

 

Alla mia generazione è sempre mancata

l'ambizione di sparire

o meglio di colpire e sparire

come conviene ai guastatori;

il genio della guerriglia

di cui era maestro Garibaldi

 

La mia generazione è sempre stata interessata

 a battersi le mani e a questuare voti

in una realtà feriale banale e dispersiva

di apparizioni, di umori salottieri

di saldi di fine stagione fra dame e cicisbei

 

Gli sono mancate le palle

 

quelle che fanno voltare le spalle

al disvalore delle vane parole

non solo per disaffezione

ma per amore

soltanto per amore

 

 

 Leopoldo Attolico - 03/02/2014 20:56:00 [ leggi altri commenti di Leopoldo Attolico » ]

Gianfranco , Stelvio , Mauro , RRC , Antonio , grazie per l’attenzione che avete voluto darmi , grazie per quanto mi dite .
leopoldo -

 Antonio Spagnuolo - 03/02/2014 16:20:00 [ leggi altri commenti di Antonio Spagnuolo » ]

Bisognerebbe avere il coraggio di urlare per far comprendere a molti cosa mai è la disattenzione per le illusioni che la vita propone, sia a carattere civile , che politico , che umano. Bene ! Leopoldo ci sprona, e se qualcuno ascolta sia capace di riesaminare quanto è accaduto e tutt’ora accade nel vortice della quotidianità più semplice. Non sempre la poesia denuncia con facilità , e qui siamo di fronte a versi duri e validi , per scrittura e per intensità. Grazie !
http://antonio-spagnuolo-poetry.blogspot.com

 rrc - 03/02/2014 11:34:00 [ leggi altri commenti di rrc » ]

Le palle son merce rara.
Faccio il dosaggio ormonale pure io (a me stesso, non tanto alla mia generazione) e viene sempre un po’ bassino.
Bravo Leo che entri sempre nel vivo della questione senza orpelli!

 mauropierno - 02/02/2014 20:13:00 [ leggi altri commenti di mauropierno » ]

Che dire carissimo Leopoldo,Attolico, forse questa generazione ne ha creata un’altra ancora più desistente. Desistente alle " vane parole"
Ma l’archetipo naturale resta,cosi come i personaggi storici e la letteratura.-"Ma pecche,secondo voi, donn’Ama senza magià se campa?"- E quanto ne facciamo di letteratura, intendo. Ma quanta fame hanno questi poeti?!... Una poesia, una sola poesia all’anno; questa è la proposta!

 Stelvio Di Spigno - 01/02/2014 12:50:00 [ leggi altri commenti di Stelvio Di Spigno » ]

Mi pare che Attolico non le mandi a dire. E’ una delle caratteristiche della sua poesia, ma è ancor più lodevole il metodo in questa poesia, perché un uomo che fa le pulci alla propria generazione, a quegli uomini e donne che potevano fare un cammino comune e invece si sono lasciati prendere dall’arrivismo, dalla lusinga e dall’effimero successo, - un poeta e un uomo che fa questo è ancor più da lodare. Tanto più che ciò che Attolico dice è purtroppo vero. E il prezzo della devastazione morale portata dalla sua generazione la pagheranno le generazioni successive, tra le quali la mia. Un brindisi dunque a questo poeta, che parla di cose e non di parole, per usare una celebre espressione leopardiana.

 Gianfranco Isetta - 27/01/2014 10:54:00 [ leggi altri commenti di Gianfranco Isetta » ]

La strofa finale è più di un saggio sull’etica e il senso dell’esistere. Grandissimo Leopoldo

 Leopoldo Attolico - 25/01/2014 15:11:00 [ leggi altri commenti di Leopoldo Attolico » ]

Il risentimento verso me stesso e la mia generazione non è di ora ( se dio vuole ! ) , ma è arrivato comunque a cose fatte , a dissipazione avvenuta ; un vulnus che mi resta perché la voce della coscienza - come è giusto - non si zittisce : le energie migliori di quegli anni potevano e dovevano essere profuse ben diversamente .
Ringrazio quanti hanno qui condiviso e li accomuno in un abbraccio estensibile alla Recherche e alla sua sensibilità .

 Mariella Bettarini - 24/01/2014 18:22:00 [ leggi altri commenti di Mariella Bettarini » ]

Grazie, Leopoldo carissimo di questo tuo forte, indispensabile, attualissimo(ahinoi...) testo poetico.
Grazie sempre della tua preziosa presenza umana, civile e culturale, in un’Italia che ha disperatamente bisogno di cittadini e scrittori del tuo "stampo2. Ancora grazie!
Un augurio e un abbraccio dall’amica Mariella

 Eugenio Nastasi - 24/01/2014 12:09:00 [ leggi altri commenti di Eugenio Nastasi » ]

In un periodo come quello che stiamo attraversando Leopoldo Attolico riapre, con la sua civilissima poesia, una ferita mai rimarginata: la scarsa attitudine della nostra generazione, a suo tempo, a non osare più del dovuto e a non imbellettarsi del lusso delle crisi psicologiche. Se avessimo davvero tirato fuori le "palle" con la dovizia del no al compromesso,dell’assumerci le nostra responsabilità, del non accontentarci dell’impiego borghese e farisaico, forse non avremmo gli "sciacquini" dei nostri parlamentari, quanto meno avremmo più rispetto di noi stessi. E’ vero che il marcio parte da lontano, ma sono pronto a riconoscere che se la cenere ancora brucia sulla mia testa, me lo sono meritato.

 Cristiana Fischer - 24/01/2014 11:51:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

guastatori vs salottieri, colpire e sparire vs apparire fra dame e cicisbei, vane parole vs amore: una generazione che, dove non si è rinnovata (nell’amore) si è imbalsamata nei salotti

 Anna Maria Curci - 23/01/2014 11:58:00 [ leggi altri commenti di Anna Maria Curci » ]

Chiedo venia per il refuso nel rivolgermi a Leopoldo Attolico: "e lo fai con chiarezza".

 lucy - 23/01/2014 08:55:00 [ leggi altri commenti di lucy » ]

sintonia profonda (se non fosse una locuzione inflazionata).
però a me fanno più orrore gli anni ottanta.

 Anna Maria Curci - 23/01/2014 07:22:00 [ leggi altri commenti di Anna Maria Curci » ]

Il moltiplicarsi delle negazioni e l’ossimoro all’inizio del testo ben rende la caduta nel tranello degli "umori salottieri", mangime di gabbia che continua a sprigionare maleodorante potere di attrazione. Individui le colpe di una generazione, Leopoldo, e lo farei con chiarezza, indicando un antidoto, senza mezzi termini, nella chiusa della poesia. Lo leggo come un invito ad allargare lo sguardo sulle responsabilità e a dar forza alla voce opposta e contraria ai "cicisbei". Grazie

 Valentina Ciurleo - 21/01/2014 22:06:00 [ leggi altri commenti di Valentina Ciurleo » ]

complimenti

 Anna Maria Bonfiglio - 21/01/2014 12:56:00 [ leggi altri commenti di Anna Maria Bonfiglio » ]

Grandezza della poesia! forse dovremmo allertarci tutti noi "poeti" e perseguire un risveglio della poesia civile che accusi, additi, s’indigni, un coro di veemenza almeno per una presa di coscienza collettiva. Anche le utopie servono. Grazie a Leopoldo Attolico

anna maria bonfiglio

 Maria Musik - 21/01/2014 07:07:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Un Attolico meno sarcastico, per niente sardonico ma sempre diretto e infraintendibile. Dal titolo, perfetto, all’ultimo verso, semplice e pieno.
Ma a te, Leopoldo, non sono mancate le palle, la disaffezione l’hai lasciata in chi si è ritirato in "dorati aventini" e ti sei tenuto l’amore, anzi, neanche quello visto che, in versi, lo doni.

 Franca Alaimo - 20/01/2014 19:23:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Una di quelle poesie che tracciano con repentina verità il clima di certi anni vanamente mitizzati. Forse, caro Leopoldo, il sogno non appartiene alla realtà del mondo. Lo dice una sessattottina che ha sperato a lungo e ha aperto, poi, gli occhi su una realtà forse peggiore di quella che aveva combattuto.
Forse se la politica non fosse una faccia distorta e separata della storia umana, se si riappropriasse dell’etica e perciò dell’amore, che è Etica somma, quanti di noi hanno sognato, quanti, nonostante tutto, ancora sognano un mondo nuovo e migliore, potrebbero non disilludersi come noi. Però fa parte del compito umano capire il senso dello sposalizio fra il bene ed il male. E la poesia ( come le altre arti e tutto ciò che compie bene e belelzza), che noi esercitiamo per "grazia ricevuta" ha il compito dell’armonia fra questi estremi.

 Loredana Savelli - 20/01/2014 07:44:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Grazie, Leopoldo, per il tuo sguardo fiero, diretto, per saper dire le cose giuste al momento giusto.
"Gli orrendi anni ’70", da molti mitizzati e strumentalizzati, hanno lasciato le conseguenze che vediamo; ma non mi sento di addossare tutta la responsabilità ad una generazione, che, tra l’altro, ha prodotto gente come te. Certo, ci sono stati fraintendimenti, abusi di potere, disvalori, strane metamorfosi, infedeltà. La tua poesia ha il grande merito dell’obiettività, il coraggio dell’(auto)denuncia, la forza di una speranza estrema: termina, infatti, con la parola amore, che risuona nel vuoto di certe coscienze come un colpo di cannone.

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